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24/01/13

La Lombardia sceglie la bici



- La Lombardia sceglie la bici: uno su dieci infatti la preferisce a moto e auto per i propri spostamenti. È il dato che emerge dal primo Rilevamento dei ciclisti, effettuato dalla Regione con Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta), i volontari della Federazione ciclistica italiana e dell'Avis.

La ricerca (effettuata a settembre 2012 nei capoluoghi di provincia), fa emergere che su un totale di 46.911 passaggi di ciclisti rilevati dalle postazioni, 9.255 sono avvenuti a Cremona, che guadagna lo scettro di capitale lombarda degli amanti delle due ruote. Per quanto attiene ai posti bici custoditi e non, sono stati monitorati quelli di 15 stazioni ferroviarie, con l'esito generale che l'utilizzo di essi è inferiore rispetto all'offerta. Se Cremona è la città capitale della bici, Milano è quella dove le due ruote sono più usata come mezzo di trasporto, nonostante non abbondino i posti bici vicino alle stazioni, 427 rispetto agli oltre 700 di Brescia e Lodi e le bici pubbliche non siano particolarmente usate, incidendo del 9% rispetto al 15% di Bergamo. I posti facili per parcheggire vicino alle stazioni si concentrano a Brescia e Lodi per il 35% (700 posti) seguite da Bergamo, Monza e pavia, sopra i 500. Anche grazie al servizio «parcheggio facile», Brescia è la città dove l’uso della bici si combina meglio con quello del treno, seguita da Pavia. Analizzando il rapporto auto-due ruote, fanalino di coda è Varese (2%) mentre a Bergamo si arriva al 12% come a Monza, dove però le auto arrivano all’80%. A Milano ci sono 56% di auto, il 29% di moto e il 15% di bici. E il Comune ha annunciato proprio ieri l’apertura di 4 nuove stazioni bikemi, il servizio di noleggio, che porta 2940 bici gialle in circolazione e a 166 gli stalli. Infine, in Lombardia fra il 2008 e il 2012 si sono vendute quasi un milione di bici, come ha rivelato il direttore del settore Bicicletta e statistiche di Confindustria Ancma Piero Nigrelli. Insomma, è bici-mania.

di Paolo Ferrari
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09/01/13

Il doping di Lance Armstrong


  Lance Armstrong

Il rapporto che accusa il ciclista, il suo team, i medici e i preparatori : è il più sofisticato programma di doping nella storia dello sport

Da professionista del ciclismo a professionista del doping. Del quale è stato solo l'esponente di maggior spicco e non certamente l'unico attore. L'ex ciclista Lance Armstrong, infatti, poteva contare su un sistema perfettamente orchestrato, costruito su diversi livelli. A tracciare il ritratto del sistema Armstrong sono le centinaia di pagine pubblicate dalla  United States Anti Doping Agency (Usada) e sottoposte ora alla Union Cycliste International, alla World Anti-Doping Agency (Wada) e alla World Triathlon Corporation. La Usada non esita a definire quello guidato dalla Us Postal Service Pro Cycling Team il più sofisticato e professionalizzato programma di doping nella storia dello sport.

Quello che emerge da queste pagine è infatti un quadro inquietante che ha come protagonisti Armstrong insieme ai suoi compagni di squadra, che a lungo hanno dominato la scena mondiale del ciclismo, medici e preparatori. Scrive a proposito la Usada: “Il signor Armstrong non ha agito da solo. Lo ha fatto con l'aiuto di un piccolo esercito di persone che lo hanno supportato, inclusi medici del doping, narcotrafficanti, e altre personalità all'interno dello sport e della squadra”. Compresi moglie e anche un medico italiano, racconta il New York TimesMichele Ferrari, il cui nome è comparso anche nella recente vicenda di Alex Schwazer.

Pur non agendo da solo, Lance Armstrong - sette volte vincitore del Tour de France e sopravvissuto al cancro - avrebbe giocato un ruolo di primo piano secondo l'Usada, facendo da collante e esercitando pressioni sui compagni, incitandoli a mantenersi all'interno del programma di doping. Motivo per cui l'agenzia, lo scorso agosto, lo avrebbe squalificato a vita, spogliandolo dei risultati conquistati dal 1998, vittorie al Tour de France incluse.

Perché dal 1998 fino allo scorso anno, quando Lance si è ritirato dalle competizioni, si muoveva intorno al ciclista un 'organizzazione spaventosa, come testimoniano le email, le transazioni finanziare, i test di laboratorio e i racconti dei compagni di squadra, 11 in tutto: Frankie Andreu, Michael Barry, Tom Danielson, Tyler Hamilton, George Hincapie, Floyd Landis, Levi Leipheimer, Stephen Swart, Christian Vande Velde, Jonathan Vaughters e David Zabriskie. Testimoni e al tempo stesso reo confessi di aver fatto più volte ricorso al doping: testosterone, cortisone, Epo (la stessa che alle scorse Olimpiadi è costata l'uscita di scena a Schwazer), trasfusioni di sangue.

Ecco allora che i racconti sono quelli sentiti più volte, ma stavolta dalle bocche dei loro protagonisti: Armstrong e due compagni di squadra che nel 2000 volano a Valencia, per praticare prelievi di sangue, che il mese dopo ritornerà nelle loro vene durante il Tour de France. Armstrong che mette Landis a guardia del suo frigorifero per controllare che l'elettricità non manchi mai e che i suoi globuli rossi si mantengano in salute. Bottiglie riempite di Epo a dosi personalizzate durante i pasti, pasticche di cortisone che la stessa moglie del ciclista, Kristin Armstrong avrebbe portato ai ragazzi ai campionati mondiali del 1998.

Tutto con perfetta consapevolezza. Perché la figura del medico che spacciava farmaci per vitamine è solo una parte dei racconti. Gli atleti sapevano di ricevere testosterone o cortisone. E sapevano anche che dietro quelle somministrazioni non c'erano malattie (come pure è stato sostenuto dal ciclista) che giustificassero il loro uso. Lo sapeva soprattutto Armstrong (che ancora non avrebbe commentato il dossier di accusa), sottolinea ancora la Usada: “Il suo obiettivo lo ha portato a dipendere da Epo, testosterone e trasfusioni di sangue ma anche, più spietatamente, ad aspettarsi e a richiedere che i suoi compagni facessero lo stesso uso di farmaci per sostenere i suoi obiettivi se non i loro stessi”. Tanto da non tirarsi indietro quando toccava a lui far ingoiare ai compagni testosterone mescolato a olio di oliva.

di Anna Lisa Bonfranceschi
SU ... http://daily.wired.it/news/politica/2012/10/11/rapporto-accusa-doping-armstrong-123456.html
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