Bikesharing Roma: il servizio torna ai privati
Sta per cambiare nuovamente la gestione del Bikesharing romano. Non più l’Agenzia per la Mobilità, ma una società privata dovrà provvedere al potenziamento del servizio, in cambio della gestione di 1.500 metri quadrati di spazi pubblicitari distribuiti per la città. I tempi saranno lunghi e non mancano le polemiche.
Lo scorso 3 agosto, infatti, il Comune di Roma, con la delibera 284, ha affidato all'Agenzia per la Mobilità il compito di sviluppare il servizio affidando tramite bando la gestione a una società esterna.
Nel bando è previsto il rinnovo delle 29 postazioni esistenti e la creazione di altri 36 nuovi stalli (più altre 5 postazioni): fino ad arrivare a quota 70 postazioni, 1000 colonnine ed un parco di 850 biciclette. E fin qui, tutto bene.
Ma sono le modalità di incremento delle postazioni che sollevano le perplessità delle associazioni di ciclisti che mettono in guardia il Comune «affinché l'ennesimo cambio di gestione non si trasformi in un fallimento (come quello che si verificò con il gestore spagnolo, poi sostituito dall'Atac), bensì in un'occasione di rilancio del bike sharing».
La novità maggiormente contestata riguarda, in particolare, lo scambio spazi pubblicitari/biciclette: «Ci giunge notizia - fanno sapere dal Coordinamento di Traffico si Muore - che la società appaltatrice fornirà 850 nuove biciclette a fronte dell'assegnazione di 1.500 metri quadrati di pannelli pubblicitari sparsi per Roma». Un baratto ritenuto non equo e poco conveniente per l'amministrazione comunale.
Siccome la capitale è già piena di pubblicità, il Coordinamento chiede, quindi, che venga concessa una bici per ogni metro quadrato di pubblicità, per un totale di 1.500 nuove biciclette (anziché 850) nella speranza che in questo modo si riesca a far decollare seriamente il servizio.
Altro punto critico è quello dei costi di manutenzione: secondo Roma Servizi per la Mobilità, che ha presentato i propri dati al Comune, si spenderebbero 2.000 euro all’anno per ogni bici. Troppi soldi secondo il popolo dei ciclisti romani: «Ci sono ciclofficine che offrirebbero il servizio per 300-400 euro a bicicletta».
La delibera prevede inoltre anche l’introduzione di modalità di abbonamento: giornaliero a 2,50 euro, mensile a 6 euro e annuale a 35 euro.
Ad oggi per utilizzare il servizio, occorre l’iscrizione in una delle 10 biglietterie Atac autorizzate, nelle stazioni della metro A e B. Qui, è possibile acquistare, con 10 euro (5 per la tessera e 5 come prima ricarica) la smartcard necessaria per operare con il sistema. Le successive ricariche sono di libero importo. Ogni mezz’ora di utilizzo costa 50 centesimi, fino a un massimo di 24 ore consecutive.
Resta invariata la tariffa di 50 centesimi ogni 30 minuti: la prima mezz’ora però sarà gratuita e le ore successive alla seconda costeranno 2 euro. Si potrà pagare anche con carta di credito o con un sms e i totem saranno alimentati, dove possibile, con pannelli solari.
Rassegnamoci in ogni caso ad attendere tempi biblici: la prima postazione dimostrativa dovrà essere realizzata entro due mesi dall’aggiudicazione della gara, mentre entro dodici mesi partirà – prevede l’Amministrazione capitolina – il servizio sperimentale sulle 29 postazioni esistenti e solo entro i 18 mesi «il servizio dovrà essere implementato fino al completamento delle stazioni».
In altre parole, non vedremo nulla prima di due anni!
Scritto da Eleonora Galbiati
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