è invaso dalle automobili
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Il patrimonio dell’Unesco è invaso dalle automobili
LA FRUSTRAZIONE DI UN CICLISTA ALLA MARATONA DLES DOLOMITES
Si moltiplicano le richieste di chiusura al traffico dei passi delle Dolomiti, almeno a fasce orarie. Reinhold Messner vuole il blocco delle auto per l’altoatesino passo Gardena. I mezzi a motore sono incompatibili con chi pedala e cammina in montagna.
Maurizio Di Giangiacomo*
La Maratona dles Dolomites è una festa di ciclismo, montagna, fatica e allegria. Pedalare, sudare, soffrire e gioire su e giù per Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Falzarego, Giau e Valparola, a cavallo tra le Province di Bolzano, Belluno e Trento, è il modo migliore per vivere i ‘Monti Pallidi’. Ma per prendere parte alla Maratona, bisogna arrivare in Val Badia. I valsuganotti come me ci arrivano risalendo Val di Cembra, Val di Fiemme e Val di Fassa... in automobile. E già a quel punto, quando sentono la strada impennarsi sotto le ruote agli ultimi tornanti del Sella e del Gardena, capiscono che c'è qualcosa di sbagliato.
È tutto sbagliato, è tutto da rifare, avrebbe detto Ginettaccio, tanto per rimanere al ciclismo. E non serve avere le gambe di Bartali per capire che la macchina fa più fatica del ciclista, a percorrere quelle strade. E vabbè, arrivati a La Villa la si parcheggia nel cortile dell'albergo, si scaricano bagagli e bicicletta e si comincia a pensare agli ultimi allenamenti ed alla gara. Venerdì un Campolongo per tenere sveglia la gamba, sabato un'uscitina leggera leggera, domenica l'emozione impareggiabile di essere uno dei 9000 (sì, avete letto bene, 9000) che sfideranno le salite più belle del mondo.
Ma poi arriva l'invito dell'amico, la telefonata del sindaco che non vedi da tanto tempo, il brunch imperdibile, ti tocca riprendere la macchina almeno un paio di volte, infilarti in un traffico pazzesco, manco i 9000 della maratona fossero venuti su in Val Badia con due, tre automobili a testa, e l'angoscia aumenta. Poi la gara, un'emozione gigantesca che ti riporta alla tua infinitesimale dimensione, cioè il nulla, al cospetto con la maestosità delle Dolomiti.
Ma quell'angoscia ti riprende già quando ricarichi sull'auto bagagli e bicicletta, t'insegue lungo le strade del Val Badia, non serve a niente rinunciare ai passi dolomitici e fare il giro lungo, Val Pusteria, Bressanone, A22, Trento Nord, Valsugana, casa. Ti schiaffeggia dalle pagine dei giornali, che un paio di giorni dopo la gara danno spazio all'affondo polemico dell'organizzatore della Maratona, l'oste ambientalista Michil Costa, già protagonista di clamorose campagne per la difesa della natura e dell'identità delle valli ladine. Come quella dell'estate scorsa contro la realizzazione della strada di malga Antersasc, secondo la Provincia autonoma di Bolzano un diritto sacrosanto del contadino che vuole ristrutturare gli edifici del suo alpeggio, per gli ambientalisti un'autostrada dove presto scorrazzeranno i suv di turisti che scambiano le Dolomiti per via Montenapoleone.
‘È inutile che stiamo qui a promuovere le Dolomiti quale Eldorado per i ciclisti quando pubblicizziamo anche iniziative motociclistiche e delle auto sportive - ha sbottato Costa. Sui passi dolomitici si vede di tutto. Io chiedo solo ai nostri amministratori di individuare una fonte di turismo intelligente, non si può puntare su tutto, se vogliamo avere successo. Il motociclista non è compatibile con il ciclista e nemmeno con la gente che va a camminare in montagna, quel rumore ci fa diventare pazzi’.
Il dibattito sulla riduzione del traffico sui passi dolomitici è ormai una questione annosa. Le fila di coloro che ritengono che sia necessaria una chiusura estiva, almeno a fasce orarie, puntando su forme di mobilità alternative quali bus navetta e impianti di risalita, sono sempre più grosse, ma l'opposizione di tanti ristoratori e albergatori, specie quelli dei rifugi e degli altri esercizi in quota, è ancora fortissima. Sul tema ha fatto sentire la sua voce anche Reinhold Messner: propugnatore di tesi non sempre squisitamente ecologiste (sulla strada di Antersasc, ad esempio, si è schierato dalla parte del contadino), il Re degli Ottomila ha sposato la causa della chiusura a fasce orarie: niente automobili dalle 10 alle 16, come ora propone, almeno per passo Gardena (tutto in territorio altoatesino), anche l'assessore all'ambiente della Provincia autonoma di Bolzano, Michl Laimer: ‘Le Dolomiti sono anche patrimonio dell'umanità Unesco - ha detto recentemente - dobbiamo fare qualcosa in più per tulelarle’. Ma l'alta stagione è arrivata e anche quest'estate centinaia di migliaia di autoveicoli arrancheranno su è giù per i passi, portando in quota turisti che nelle maggior parte dei casi non si rendono nemmeno conto di quello che hanno attorno. ‘L'Unesco è solo marketing, gli uomini pensano agli schei (soldi, ndr) , che sono la molla di tutto’ dice l'amico Mauro Corona: alla Maratona dles Dolomites c'era anche l'alpinista-scultore-scrittore di Erto, ha fatto qualche chilometro in bicicletta in compagnia di Corrado Augias. A Corvara erano stanchi e si sono fermati: due piccoli-grandi uomini al cospetto della maestosità delle Dolomiti.
* giornalista del quotidiano Alto Adige
La Maratona dles Dolomites è una festa di ciclismo, montagna, fatica e allegria. Pedalare, sudare, soffrire e gioire su e giù per Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Falzarego, Giau e Valparola, a cavallo tra le Province di Bolzano, Belluno e Trento, è il modo migliore per vivere i ‘Monti Pallidi’. Ma per prendere parte alla Maratona, bisogna arrivare in Val Badia. I valsuganotti come me ci arrivano risalendo Val di Cembra, Val di Fiemme e Val di Fassa... in automobile. E già a quel punto, quando sentono la strada impennarsi sotto le ruote agli ultimi tornanti del Sella e del Gardena, capiscono che c'è qualcosa di sbagliato.
È tutto sbagliato, è tutto da rifare, avrebbe detto Ginettaccio, tanto per rimanere al ciclismo. E non serve avere le gambe di Bartali per capire che la macchina fa più fatica del ciclista, a percorrere quelle strade. E vabbè, arrivati a La Villa la si parcheggia nel cortile dell'albergo, si scaricano bagagli e bicicletta e si comincia a pensare agli ultimi allenamenti ed alla gara. Venerdì un Campolongo per tenere sveglia la gamba, sabato un'uscitina leggera leggera, domenica l'emozione impareggiabile di essere uno dei 9000 (sì, avete letto bene, 9000) che sfideranno le salite più belle del mondo.
Ma poi arriva l'invito dell'amico, la telefonata del sindaco che non vedi da tanto tempo, il brunch imperdibile, ti tocca riprendere la macchina almeno un paio di volte, infilarti in un traffico pazzesco, manco i 9000 della maratona fossero venuti su in Val Badia con due, tre automobili a testa, e l'angoscia aumenta. Poi la gara, un'emozione gigantesca che ti riporta alla tua infinitesimale dimensione, cioè il nulla, al cospetto con la maestosità delle Dolomiti.
Ma quell'angoscia ti riprende già quando ricarichi sull'auto bagagli e bicicletta, t'insegue lungo le strade del Val Badia, non serve a niente rinunciare ai passi dolomitici e fare il giro lungo, Val Pusteria, Bressanone, A22, Trento Nord, Valsugana, casa. Ti schiaffeggia dalle pagine dei giornali, che un paio di giorni dopo la gara danno spazio all'affondo polemico dell'organizzatore della Maratona, l'oste ambientalista Michil Costa, già protagonista di clamorose campagne per la difesa della natura e dell'identità delle valli ladine. Come quella dell'estate scorsa contro la realizzazione della strada di malga Antersasc, secondo la Provincia autonoma di Bolzano un diritto sacrosanto del contadino che vuole ristrutturare gli edifici del suo alpeggio, per gli ambientalisti un'autostrada dove presto scorrazzeranno i suv di turisti che scambiano le Dolomiti per via Montenapoleone.
‘È inutile che stiamo qui a promuovere le Dolomiti quale Eldorado per i ciclisti quando pubblicizziamo anche iniziative motociclistiche e delle auto sportive - ha sbottato Costa. Sui passi dolomitici si vede di tutto. Io chiedo solo ai nostri amministratori di individuare una fonte di turismo intelligente, non si può puntare su tutto, se vogliamo avere successo. Il motociclista non è compatibile con il ciclista e nemmeno con la gente che va a camminare in montagna, quel rumore ci fa diventare pazzi’.
Il dibattito sulla riduzione del traffico sui passi dolomitici è ormai una questione annosa. Le fila di coloro che ritengono che sia necessaria una chiusura estiva, almeno a fasce orarie, puntando su forme di mobilità alternative quali bus navetta e impianti di risalita, sono sempre più grosse, ma l'opposizione di tanti ristoratori e albergatori, specie quelli dei rifugi e degli altri esercizi in quota, è ancora fortissima. Sul tema ha fatto sentire la sua voce anche Reinhold Messner: propugnatore di tesi non sempre squisitamente ecologiste (sulla strada di Antersasc, ad esempio, si è schierato dalla parte del contadino), il Re degli Ottomila ha sposato la causa della chiusura a fasce orarie: niente automobili dalle 10 alle 16, come ora propone, almeno per passo Gardena (tutto in territorio altoatesino), anche l'assessore all'ambiente della Provincia autonoma di Bolzano, Michl Laimer: ‘Le Dolomiti sono anche patrimonio dell'umanità Unesco - ha detto recentemente - dobbiamo fare qualcosa in più per tulelarle’. Ma l'alta stagione è arrivata e anche quest'estate centinaia di migliaia di autoveicoli arrancheranno su è giù per i passi, portando in quota turisti che nelle maggior parte dei casi non si rendono nemmeno conto di quello che hanno attorno. ‘L'Unesco è solo marketing, gli uomini pensano agli schei (soldi, ndr) , che sono la molla di tutto’ dice l'amico Mauro Corona: alla Maratona dles Dolomites c'era anche l'alpinista-scultore-scrittore di Erto, ha fatto qualche chilometro in bicicletta in compagnia di Corrado Augias. A Corvara erano stanchi e si sono fermati: due piccoli-grandi uomini al cospetto della maestosità delle Dolomiti.
* giornalista del quotidiano Alto Adige
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