Sei proposte a costo zero alla nuova giunta capitolina
Col passaggio di mano della poltrona di primo cittadino, i ciclisti di Roma hanno ripreso a sperare nella possibilità di vedere a breve la città trasformarsi. Prima ancora di metter mano a pale e picconi per ridisegnare la forma ed il modo d’utilizzo delle strade, tuttavia, è bene ragionare su una serie di provvedimenti rapidissimi ed a costo pressoché nullo per l’amministrazione, da porre in atto in tempi brevi.
1 – accesso del transito delle biciclette sui marciapiedi purché a bassa velocità e con precedenza assoluta ai pedoni
Trattasi di norma generale che non richiede una cartellonistica specifica e può quindi diventare operativa fin da subito, avvalendosi dei “poteri speciali” per Roma capitale. Si tratterebbe di una deroga al CdS da far valere sull’intero territorio comunale e verrebbe incontro alle esigenze di chi non si sente sicuro ad iniziare a spostarsi sulle strade, a chi vuole muoversi coi bambini ed a tutta quella serie di “ciclisti tartaruga” che sono già identificati come target parziale in ambito europeo (mentre i “ciclisti lepre”, continuerebbero a preferire ed utilizzare la sede stradale). Il tutto senza penalizzare o mettere a rischio i pedoni, riconoscendone lo status privilegiato e la piena responsabilità del ciclista in caso di incidente. Dato che molte delle ultime “piste ciclabili” romane sono state realizzate sui marciapiedi senza alcun tipo di intervento di sistemazione ma solo con una pennellata per terra (già sbiadita), con questa soluzione risparmieremmo anche i costi della vernice.
2 – transito in controsenso sui sensi unici in presenza di sede stradale sufficientemente ampia “salvo diversa indicazione”
Il nuovo CdS consente ai sindaci l’adozione di questa misura con la formula “ove indicato”, che richiede l’individuazione delle strade e l’apposizione della specifica segnaletica. In questa maniera si liberalizzerebbe da subito l’utilizzo del “controsenso ciclabile” riservandosi di adeguare la segnaletica nell’arco di tempo necessario.
3 – limite di velocità generalizzato a 30 km/h sull’intero territorio comunale ad esclusione delle arterie di grande flusso, identificate dalla sezione della sede stradale (minimo due corsie per senso di marcia)
Anche questo intervento è di natura puramente normativa e non richiede cartellonistica specifica: si individuano le strade a sezione ampia come destinatarie del flusso veloce che mantengono l’attuale limite a 50km/h, e si declassano tutte le altre a “viabilità secondaria di quartiere” imponendo su di esse un limite più basso e ragionevole, compatibile con le esigenze di sicurezza degli utenti “leggeri” della strada.
4 – Estensione della possibilità di trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici
Al momento il trasporto delle biciclette è fissato a tempi, orari e modalità estremamente limitanti. Vero è che mezzi ed infrastrutture scontano una obsolescenza ed un afflusso spesso eccessivi, tali da pregiudicarne fisicamente l’utilizzo, ma è altrettanto vero che con piccole e piccolissime attenzioni se ne potrebbe estendere facilmente la fruibilità alle biciclette. Il semplice trasporto della bici sulle scale mobili consentito in Germania e vietato in Italia (pensano che siamo più stupidi?), l’assenza di spazi chiaramente identificati sulle vetture, l’assenza di canaline ai lati delle scale per il trasporto a mano delle bici sono tutte piccole carenze che ci collocano al di fuori dell’ambito dei paesi “bike friendly”.
5 – obbligo per le aziende con molti dipendenti di dotarsi di parcheggi coperti per le biciclette e docce
Se si vuole operare un trasferimento modale massivo dall’auto alla bicicletta occorrerà predisporre le relative “facilities”. Le grandi aziende tendono a sottovalutare le possibilità di crescita nell’utilizzo della bici come mezzo di spostamento e a non mettere a disposizione i servizi essenziali ad essa collegati. In questo senso andrà individuata una ripartizione iniziale tra numero dei posti auto a disposizione dei dipendenti e numero dei posti bici da mettere a disposizione. Per le docce l’argomento è già presente nelle nuove normative edilizie, ne andrà obbligata e verificata l’implementazione anche negli edifici già esistenti.
6 – Possibilità di ricovero della bici negli spazi condominiali
L’altro estremo della filiera del trasporto bici è il ricovero in prossimità dell’abitazione. In questo senso molte altre città si sono dotate di regolamenti sull’utilizzo degli spazi comuni condominiali per il ricovero delle biciclette. Questa integrazione normativa potrà essere accompagnata da una campagna di incentivi per la predisposizione di tali spazi alla messa in sicurezza, con l’apposizione di rastrelliere (di tipologia predefinita).
Queste sono le prime sei iniziative che mi vengono in mente, pressoché a costo zero per l’amministrazione ma in grado di lanciare un segnale importante e portare l’attenzione collettiva sul mondo in crescita degli utenti urbani della bicicletta. Più in là ci sarà tempo per ripensare la viabilità, il disegno delle sedi stradali, la vita sociale, la vivibilità complessiva dei quartieri. Per ora, e già da subito, trasformazioni importanti possono essere operate anche solo con una semplice delibera assembleare.
.
.
Nessun commento:
Posta un commento
Eseguiamo Siti e Blog a prezzi equi visita: www.cipiri.com