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13/11/10
Enrichetto , Gira in bicicletta, estate e inverno
Italia- Il Caso: “Enrichetto” ha 55 anni e un cuore di bambino, lo hanno mandato in carcere ingiustamente. Ora rifiuta di mangiare..
Enrichetto ha 55 anni e un cuore di bambino. Gira in bicicletta, estate e inverno, nascosto sotto un cappello con la coda che i bambini veri si divertono a tirare. Un giorno in cui pedala troppo a zig-zag viene fermato per guida in stato di ebbrezza. Due mesi agli arresti domiciliari, come uno della "cricca" dei ladri. Enrichetto. A lui sta persino bene, basta non gli tolgano il suo cane e il suo cappello. Una mattina si alza con la voglia di un salame. Ricorda di averlo visto nella vetrina del macellaio, prima del suo arresto, chissà se c’è ancora. Esce per andare a controllare. Una vicina che si è autoassegnata l’ incarico di fare la guardia lo intercetta attraverso lo spioncino e avverte i carabinieri. Allarme, il prigioniero è evaso! Enrichetto torna a casa col salame, tutto contento, ma sulla porta trova le guardie. Adesso giace nell’infermeria del carcere astigiano di Quarto. Rifiuta il cibo, come chi si sta lasciando morire. La sua non è una protesta. E’ che gli è venuta la malinconia. Sa che a settembre lo condanneranno per evasione e a lui non sembra giusto, ecco. Tutto perché una volta è salito in bici un po’ brillo e un’altra volta è uscito di casa per comprare un salame. Per favore, Enrichetto, ricomincia a mangiare. Ti prometto che un giorno instaureremo la repubblica del buonsenso, dove le leggi non saranno più il trastullo dei potenti e la trappola dei semplici. E se nel frattempo qualche magistrato chiudesse un occhio sui tuoi efferati delitti, a casa ci sono un cane, un cappello e un salame che ti aspettano per festeggiare.
(di Massimo Gramellini)
Non è possibile ignorare il fatto che le carceri italiane siano piene di persone come ‘Enrichetto’. E che invece uomini potenti e importanti, che hanno commesso reati gravi, riescano sempre a scamparla. Una palese ingiustizia di uno Stato che non sempre riesce ad essere equo e giusto. Lo Stato italiano da troppo tempo è forte con i deboli e debole con i forti. I reati dei grandi poteri finanziari raramente vengono puniti. Anzi mai. Finanzieri, politici e colletti bianchi la fanno franca, anche se hanno gettato sul lastrico migliaia di famiglie o hanno disonorato il loro Paese. Mentre Bernard Madoff negli Stati Uniti è stato condannato a 150 anni di carcere, Calisto Tanzi, in Italia, fa una vita normale e si gode le sue ricchezze. Alla faccia delle famiglie che hanno perso tutto per le spericolate operazioni che hanno portato al crack Parmalat. La depenalizzazione del reato di falso in bilancio è un’anomalia italiana che ha, di fatto, aperto la strada all’impunità per i reati dei colletti bianchi. I tempi lunghissimi della nostra giustizia, poi, fanno il resto. E mentre un poveraccio come Enrichetto rischia la morte in carcere per un salamino, gente come Balducci, il detenuto Balducci, capo della presunta cricca, se la spassa agli arresti domiciliari nella sua villa con piscina a Montepulciano. Questa è l’Italia di Berlusconi. Questa è l’Italia che si deve cambiare. La qualità, la forza l’autorevolezza di una democrazia si dimostrano anche dalla capacità di essere più severi con chi, da ruoli di potere, è chiamato a maggiori responsabilità. Un paese davvero democratico deve avere il coraggio di sbattere in galera i delinquenti della "cricca" e magari di gettare via la chiave, ma è un atto di vigliaccheria tenere in carcere gente come Enrichetto. O anche come le migliaia di tossicodipendenti (non gli spacciatori naturalmente) di cui sono pieni gli istituti penitenziari. Uno Stato giusto queste persone le manderebbe a curarsi, non le chiuderebbe dietro le sbarre.
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09/11/10
Green clubbing: il divertimento che genera elettricità
Green clubbing:
il divertimento
che genera elettricità
Si moltiplicano le discoteche con dispositivi in grado di catturare l'energia prodotta dal ballo dei clienti. Ecco come saltando e dimenandosi si può dare una mano all'ambiente.
L'ultima tendenza, che sta rapidamente dilagando tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Nord Europa, si concentra sull'attività di organizzare eventi, soprattutto nelle discoteche, prestando speciale attenzione al risparmio energetico e all'abbattimento delle emissioni inquinanti, senza rinunciare, beninteso, a edonismo, voglia di apparire e divertimento puro. La lista di chi reclama il primato dell'idea si allunga, ma i veri precursori del movimento risiedono a Rotterdam, nei Paesi Bassi: un gruppo di creativi, fondatori dell'organizzazione non governativa Enviu, aveva già progettato nel nel 2006 un sistema per convertire l'energia cinetica in energia elettrica.
L'operazione è resa possibile dalla tecnologia sviluppata all'interno del progetto VIBES (Vibration Energy Scavenging) finanziato dall'UE nel 2007: un micro-generatore, chiamato Mk2, è in grado di produrre energia tramite le vibrazioni dell'ambiente circostante, creando illuminazione e particolari effetti di luce. Il dispositivo, affiancato ad altri accorgimenti ecocompatibili, può permettere di abbattere del 50 per cento il consumo di elettricità.
L'effetto domino positivo è stato quasi immediato: il signor Smit, proprietario di un club, l'Off Corso, affascinato dall'idea ha immediatamente aderito al progetto mettendo a disposizione il suo locale, la cui pista è ora in grado di recuperare il flusso d'energia prodotta dal ballo dei suoi clienti. Accolta con straordinario entusiasmo, l'iniziativa 'verde' ha già coinvolto gli oltre mille 200 giovani che frequentano la sua discoteca. Un successo così strepitoso da spingere l'imprenditore pioniere a creare anche la Sustainable dance club (Sdc), società che promuove eventi a basso impatto ambientale, ma ad alto tasso di divertimento. Inutile dire che la febbre del 'ballo sostenibile' ha già sconfinato, contagiando Shangai, Berlino, Londra e New York.
Non è un caso, dunque, se la rinomata zona di Manhattan ha già visto il debutto, nel quartiere di Soho, del 'Greenhouse', locale notturno interamente 'verde', con 557 mq di materiale riciclato ed ecosostenibile: bar con banconi in vetro recuperato, bagni corredati di cosmetici naturali, arredi di legnami certificati, pavimenti e pareti in bambù, illuminazione a basso consumo. Ambizioso obiettivo del proprietario, quello di ottenere la severa certificazione ambientale statunitense, la Leadership in energy and environmental design (Leed).
Sulla stessa scia si è incamminata l'organizzazione londinese Club4Climate, presieduta da un fantomatico Doctor Earth, che dal suo sito cattura giovani, sfidandoli a divertirsi prestando un occhio all'ambiente. La sua ultima creazione è il Surya, locale aperto nella zona di King’s Cross che, avvalendosi per la sua pista di una miniturbina eolica e un impianto ad energia solare, sarà in grado di rendersi completamente autonomo a livello energetico in pochi mesi. Naturalmente, con la energica collaborazione dei suoi clienti…
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Reggio Emilia anche la movida è eco-friendly e va in bicicletta
Green clubbing: a Reggio Emilia anche la movida è eco-friendly e va in bicicletta
Ecocompatibilità e movida notturna vanno sempre più a braccetto. E così, come abbiamo visto, sono tanti i locali che strizzano l'occhio al green introducendo la raccolta differenziata, piste da ballo che producono energia, pannelli solari o stoviglie compostabili. E da domani anche la bicicletta.
Almeno a Reggio Emilia. Si tratta di Ecobike la speciale iniziativa che verrà presentata domani durante la Festa delle Ecotecnologie, a metà strada tra spettacolo di intrattenimento e incontro di formazione che rappresenta la prima di una serie di iniziative per il primo progetto pilota di Green clubbing. Durante l’evento, che inizierà alle 20.30, verranno illustrate delle speciali biciclette che – con la pedalata – attivano un filmato su un viaggio virtuale nel mondo della sostenibilità ambientale, per far scoprire al pubblico partecipante gli aspetti meno ovvi del vivere green.
La presentazione si svolgerà contemporaneamente in due luoghi – grazie ad un video collegamento: il Fuori Orario, un circolo Arci che si trova a Gattatico, un locale a metà strada tra Reggio Emilia e Parma, dove condurrà Roberto Freak Antoni degli Skiantos, e la Libera Università di Alcatraz, dove presiederanno Jacopo e Dario Fo, con Franca Rame.
Con l’occasione verranno presentate alcune delle migliori invenzioni all’insegna dell’eco-compatibilità, tra le quali ce ne sono molte reali, ma anche tante assurde. Un esempio? Il nuovo mulino a vento “a fungo”, che esiste veramente, e l’improbabile raccoglitore di scoregge che accumulando i gas accende le sigarette.
Con l’occasione verrà presentata ufficialmente anche la scultura Tinguelata, in omaggio all’artista francese Jean Tinguely, un’imponente struttura composta da tante biciclette ed enormi ingranaggi, ma anche cinghie e suoni. E’ una sorta di scultura interattiva, dove il passante-visitatore sale e - attraverso il movimento dei pedali - mette in moto i pezzi che prendono vita attraverso luci e suoni: un’occasione per far riflettere sull’energia prodotta dalle gambe e sulle possibili alternative per una mobilità sostenibile.
L’evento al Fuori Orario si pone anche l’obiettivo di sensibilizzare i giovani attraverso forme di divertimento eco-compatibili, che prevede un’impronta green anche per i locali notturni; un progetto che prende il nome di “green clubbing” e che trova la sua prima applicazione proprio al Fuori Orario, grazie al Centro Antartide.
Il locale infatti ha avviato l’iter per installare un grande impianto fotovoltaico, la griglia per cuocere la carne riscalda contemporaneamente l’acqua utilizzata nel locale, che tra l’altro proviene unicamente dall’acquedotto comunale; e i piatti serviti nel locale sono realizzati con materie prime provenienti dai contadini della zona e la maggior parte delle pietanze sono vegetariane.
Verdiana Amorosi
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08/11/10
MILANO , Piste ciclabili invase da auto e moto
VERA PISTA CICLABILE
MILANO ,
Piste ciclabili invase
da auto
e moto.
Veicoli in sosta vietata e scooter nelle corsie riservate.
Ciclobby: malcostume inaccettabile
Divieti non rispettati da via Carducci a viale Cassala. E parte il bike sharing in periferia
Le nuove piste ciclabili invase da auto
e moto. Croci: più controlli e sanzioni
e moto. Croci: più controlli e sanzioni
Veicoli in sosta vietata e scooter nelle corsie riservate. Ciclobby: malcostume inaccettabile
Auto e moto ostruiscono le nuove piste ciclabili, da via Carducci a Molino delle armi (Fotogramma) |
MILANO - Le biciclette sono disegnate sull'asfalto. Ignorate, calpestate. La nuova corsia ciclabile è una pista veloce per gli scooter, un parcheggio rubato da auto e furgoni. Mezzo chilometro di linee gialle e bottoni d'alluminio dovrebbero delimitare la striscia riservata alle bici da Cadorna al 36 di via Carducci, all'incrocio con via San Vittore. È il primo tratto della ciclabile interna, sulla Cerchia dei Navigli, inaugurato a fine ottobre: «È uno scherzo, vero?», protestano i cittadini sulle strade e sui blog. Questa corsia, denunciano i ciclisti, è «più pericolosa del traffico». Una beffa: «Peggio, è una truffa».
Inizia, si perde, è spezzata da tre fermate dei bus (la linea 94), salta gli incroci, scompare davanti a un portone. E, soprattutto, «è percorsa ad alta velocità dalle moto e perennemente occupata da veicoli in sosta vietata». Succede in via Carducci, ma è lo stesso sul ponte delle Milizie, in viale Cassala, in via Francesco Sforza: le infrazioni si somigliano ovunque il Comune ha tracciato una corsia con la sola segnaletica a terra, confidando nel senso civico di automobilisti e motociclisti. Un errore? «Servono vigili urbani e multe salate», attacca l'ex assessore alla Mobilità, Edoardo Croci: «Le piste per le bici vanno realizzate, messe in rete, rese visibili e protette. Per troppi anni Palazzo Marino ha tollerato la sosta abusiva. Bisogna essere rigorosi e severi. Del resto, è così in tutto il mondo». A Milano, ribatte il vicesindaco Riccardo De Corato, «i vigili devono stare fuori dalle scuole, agli incroci» e, insomma, hanno anche altro da fare: «Non possono stare fissi sulle piste ciclabili...».
Le ciclabili «invase» |
Il Comune ha realizzato 30 chilometri di percorsi riservati alle bici, negli ultimi tre anni. Nel 2011, secondo il Piano della mobilità ciclistica, i chilometri dovrebbero salire a 130. La corsia di via Carducci rientra in un appalto da 6,5 milioni di euro: i lavori sono stati eseguiti dalla ditta Suardi, che ha firmato un contratto da 2,567 milioni e tirato le strisce gialle sul lato pari della strada. Che ha: due bar, una tabaccheria, un parrucchiere, una libreria, l'ufficio brevetti, una banca, centinaia di persone che entrano ed escono da negozi e palazzi, e lasciano l'auto con le quattro frecce accese, in divieto. Lì dove dovrebbero pedalare i ciclisti, in sicurezza. Non sfrecciare pure le moto.
«Non possiamo rassegnarci al malcostume», sostiene Eugenio Galli, il presidente di Ciclobby: «Le corsie vanno fatte in fretta, e fatte rispettare. Il problema è il tasso di motorizzazione di Milano: 63 vetture private ogni cento abitanti. Troppe. Il Comune decida se vuole difendere la mobilità sostenibile». Il bike sharing è uno degli strumenti. Mercoledì sarà inaugurata la prima stazione delle bici pubbliche fuori dai Bastioni, in piazzale Lodi: è il via ufficiale alla «seconda fase» del servizio, la diffusione in periferia, da via Melchiorre Gioia alla Stazione Centrale, alla Bicocca. Il programma del Comune, finanziato con 5 milioni di euro (di cui quasi tre milioni già stanziati), prevede la realizzazione di cento nuove rastrelliere, per un totale di 2.250 biciclette.
Armando Stella
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