VERA PISTA CICLABILE
MILANO ,
Piste ciclabili invase
da auto
e moto.
Veicoli in sosta vietata e scooter nelle corsie riservate.
Ciclobby: malcostume inaccettabile
Divieti non rispettati da via Carducci a viale Cassala. E parte il bike sharing in periferia
Le nuove piste ciclabili invase da auto
e moto. Croci: più controlli e sanzioni
e moto. Croci: più controlli e sanzioni
Veicoli in sosta vietata e scooter nelle corsie riservate. Ciclobby: malcostume inaccettabile
Auto e moto ostruiscono le nuove piste ciclabili, da via Carducci a Molino delle armi (Fotogramma) |
MILANO - Le biciclette sono disegnate sull'asfalto. Ignorate, calpestate. La nuova corsia ciclabile è una pista veloce per gli scooter, un parcheggio rubato da auto e furgoni. Mezzo chilometro di linee gialle e bottoni d'alluminio dovrebbero delimitare la striscia riservata alle bici da Cadorna al 36 di via Carducci, all'incrocio con via San Vittore. È il primo tratto della ciclabile interna, sulla Cerchia dei Navigli, inaugurato a fine ottobre: «È uno scherzo, vero?», protestano i cittadini sulle strade e sui blog. Questa corsia, denunciano i ciclisti, è «più pericolosa del traffico». Una beffa: «Peggio, è una truffa».
Inizia, si perde, è spezzata da tre fermate dei bus (la linea 94), salta gli incroci, scompare davanti a un portone. E, soprattutto, «è percorsa ad alta velocità dalle moto e perennemente occupata da veicoli in sosta vietata». Succede in via Carducci, ma è lo stesso sul ponte delle Milizie, in viale Cassala, in via Francesco Sforza: le infrazioni si somigliano ovunque il Comune ha tracciato una corsia con la sola segnaletica a terra, confidando nel senso civico di automobilisti e motociclisti. Un errore? «Servono vigili urbani e multe salate», attacca l'ex assessore alla Mobilità, Edoardo Croci: «Le piste per le bici vanno realizzate, messe in rete, rese visibili e protette. Per troppi anni Palazzo Marino ha tollerato la sosta abusiva. Bisogna essere rigorosi e severi. Del resto, è così in tutto il mondo». A Milano, ribatte il vicesindaco Riccardo De Corato, «i vigili devono stare fuori dalle scuole, agli incroci» e, insomma, hanno anche altro da fare: «Non possono stare fissi sulle piste ciclabili...».
Le ciclabili «invase» |
Il Comune ha realizzato 30 chilometri di percorsi riservati alle bici, negli ultimi tre anni. Nel 2011, secondo il Piano della mobilità ciclistica, i chilometri dovrebbero salire a 130. La corsia di via Carducci rientra in un appalto da 6,5 milioni di euro: i lavori sono stati eseguiti dalla ditta Suardi, che ha firmato un contratto da 2,567 milioni e tirato le strisce gialle sul lato pari della strada. Che ha: due bar, una tabaccheria, un parrucchiere, una libreria, l'ufficio brevetti, una banca, centinaia di persone che entrano ed escono da negozi e palazzi, e lasciano l'auto con le quattro frecce accese, in divieto. Lì dove dovrebbero pedalare i ciclisti, in sicurezza. Non sfrecciare pure le moto.
«Non possiamo rassegnarci al malcostume», sostiene Eugenio Galli, il presidente di Ciclobby: «Le corsie vanno fatte in fretta, e fatte rispettare. Il problema è il tasso di motorizzazione di Milano: 63 vetture private ogni cento abitanti. Troppe. Il Comune decida se vuole difendere la mobilità sostenibile». Il bike sharing è uno degli strumenti. Mercoledì sarà inaugurata la prima stazione delle bici pubbliche fuori dai Bastioni, in piazzale Lodi: è il via ufficiale alla «seconda fase» del servizio, la diffusione in periferia, da via Melchiorre Gioia alla Stazione Centrale, alla Bicocca. Il programma del Comune, finanziato con 5 milioni di euro (di cui quasi tre milioni già stanziati), prevede la realizzazione di cento nuove rastrelliere, per un totale di 2.250 biciclette.
Armando Stella
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