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30/09/21

Morisi


È stato l'ombra del vento di burrasca, la fionda, la catapulta per la pioggia di pietre che cadeva con mira da cecchino, parimenti copriva di fango l'intero paese

Luca Morisi 48 anni, mantovano. 
È stato l'ombra del vento di burrasca, la fionda, la catapulta per la pioggia di pietre che cadeva con mira da cecchino, parimenti copriva di fango l'intero paese, sporcando tutto ciò che toccava, inquinando e incattivendo, un festival di bestialità contagioso, odio che si rincorre, rivoli di bava, logica di guerra, amico-nemico, uso e abuso di apparato social con la complicità dei mezzi d'informazione pubblici e privati, giornalisti zerbini, sdraiati ai piedi di un'onnipotenza stracciona, tritando la vita altrui con vivisezione senza scrupoli di anestesia, macelleria, campionario d'insulti, strategia che alimenta la sete di potere, l'ansia d'onnipotenza. 

È stato l'ombra del vento di burrasca, la fionda, la catapulta per la pioggia di pietre che cadeva con mira da cecchino, parimenti copriva di fango l'intero paese



Tutto faceva brodo per dissetare la sete della bestia, un bestialismo in sé che ha esondato in un bestialismo in noi, parafrasando Gaber. Dietro la salamella, i rosari, la Madonna, il cappuccino e il crocifisso, c'era la mente "morigerata", castigata e diabolica di Morisi, osannato, perfino dagli avversari, per la sua ingegnosa capacità di comunicazione, che accarezzava gl'istinti peggiori, esaltando le paure legittime, sacrificando ogni principio d'umanità al servizio del suo datore di lavoro. Il tutto ammantato da un'ipocrisia con profumo a sterco, una vomitevole doppia morale.


È stato l'ombra del vento di burrasca, la fionda, la catapulta per la pioggia di pietre che cadeva con mira da cecchino, parimenti copriva di fango l'intero paese

Ma, qui lo dico e qui lo firmo, non m'importa niente del suo vissuto, sempre che le sue fragilità o le sue frequentazioni, quando bivaccava al Ministero degli interni, non abbiano messo in pericolo informazioni sensibili, non m'importa sbirciare dal buco della serratura, la debolezza della carne, i vizi e i piaceri privati, se non c'è materia di reato, concerne a ciascuno di noi. Ci saranno fascicoli illustrati, si racconteranno a puntate gli anfratti e i dettagli pecorecci di notti "proibite". Forse sbaglio ma, puntare lo sguardo sul morbo, è un modo per distoglierlo dal resto, da tutti i danni provocati in questi anni dall'inciviltà, dalla disumanità della loro becera propaganda razzista, omofoba, xenofoba e, tutto ciò, sta fuori dalla cascina a luci rosse in Belfiore.

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