Notte tra il 13 e il 14 agosto 2021. Cascinale di Belfiore, di proprietà di Morisi. Il guru della Bestia salviniana è nella sua mansarda in compagnia di un 50enne. Lo raggiungono due ragazzi: sono di nazionalità rumena, hanno circa 20 anni e vivono fuori dalla provincia di Verona. Pare che Morisi li abbia scoperti e contattati in Rete. I quattro restano in casa per almeno dodici ore. “Un festino, probabilmente. Almeno a mettere insieme i racconti dei vicini, che hanno riferito di rumori per tutta la notte” (Il Fatto). Seconda una di queste vicine, peraltro, i rumeni sarebbero rimasti non 12 ore ma 2 giorni, durante i quali la vicina ha sentito “rumori” di continuo.
Quando i due rumeni vanno via vengono fermati dai carabinieri per un “controllo di routine”, o forse perché sono attenzionati (loro o Morisi?) da un po’. Nella loro auto viene ritrovato un flacone: i due ammettono subito di fronte ai militari dell’Arma che è “Ghb”, la cosiddetta “droga dello stupro”. I due - scrive Repubblica - dicono di averla avuta “gratuitamente” da Luca Morisi, ora indagato per cessione di stupefacenti. Dicono il vero? Mentono?
Scatta la perquisizione nel cascinale. Dentro l’abitazione di Morisi vengono ritrovati 2 grammi circa di cocaina, non occultati. Il possesso di quella modica quantità è un semplice illecito amministrativo, ma il racconto dei due rumeni fa partire l’inchiesta della procura di Verona. Dopo 40 giorni di silenzio, il caso esplode e travolge Morisi e - di carambola - pure Salvini.
Questa vicenda pone alcuni interrogativi non tanto giudiziari (non mi interessano),
ma politici, etici e morali.
1) Salvini conosce Morisi nel 2012. Per nove anni lo ha visto tutti i giorni. Senza Morisi non si muoveva una foglia. Era potentissimo e presentissimo dentro la Lega e nel cerchio magico salviniano. È certo possibile che Salvini non si sia accorto di nulla in nove anni, ma è anche un po’ strano.
2). Dal racconto dei vicini, dalle ricostruzioni dei quotidiani e dalle deduzioni della Procura, il quadro che emerge è che Morisi abbia organizzato un festino con tre uomini nella sua mansarda, facendo uso di droghe e chiamando due ragazzi ventenni rumeni che non aveva mai visto prima. Quindi: contesto gay (Pillon ha detto che “lo sapevano tutti”), uso di droga (Pillon ha detto che “lo sapevano tutti”) e presenza di “stranieri”. Ovvero tre dei bersagli più mitragliati per anni da Salvini e Morisi.
Ovviamente Morisi può vivere il suo privato come vuole. Ci mancherebbe altro. Ma il punto infatti non è questo. Il punto non è privato o giuridico, ma etico e politico.
Quanto è smisuratamente e incredibilmente ipocrita la Lega salviniana?
Il guru della comunicazione di Salvini. Il “genio della Bestia” salviniana. Quello che, indubbiamente qualificato e dotato nel suo ruolo, ha fatto crescere i consensi social (e non solo) di Salvini, pubblicando di tutto e spalando sterco su coloro che osavano opporsi al leader della Lega.
Era Morisi, con uno staff di fedelissimi, a colpire gli avversari sotto la cintura. Ascoltava la pancia del paese e manganellava. Sangue social ovunque. I migranti, la Boldrini, Carola Rackete. Conte, Bersani, il sottoscritto. Qualche mese fa furono anche i profili della Lega di Salvini, per dirne una, a veicolare la fake news secondo la quale avrei augurato “di morire come mosche” a chi non voleva regole e mascherine (MAI detto, scritto o pensato. MAI). Immagino che pure quella sia stata una trovata sua.
Morisi e il suo staff hanno distrutto, o provato a distruggere, tutti coloro che si opponevano a Salvini. In ogni modo mediatico, con ogni mezzo comunicativo.
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