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16/12/10
Piccola manutenzione ordinaria della bicicletta
Piccola manutenzione ordinaria
Curare personalmente la pulizia della propria bici è importante. Intanto perchè così facendo si impara a conoscerla e ad amarla e poi perchè questo ci dà modo di accorgerci per tempo di qualche eventuale anomalia. Per non parlare poi della soddisfazione di viaggiare su un mezzo pulito e lucente.
Per rimuovere fango e polvere dal telaio è sufficiente un pennello non troppo duro, da usare a secco e da accompagnare eventualmente con un panno morbido per una finitura migliore.
Se la bici fosse molto sporca sarà necessario far ricorso ad una spugna e ad un secchio d'acqua. Dovrà poi essere accuratamente asciugata magari con una pelle di daino. Sconsigliato il ricorso a metodi violenti quali getti d'acqua, di nafta e aria in pressione.
Per la pulizia degli organi esterni di trasmissione il trattamento dovrà essere necessariamente diverso. Vediamo cosa ci occorre:
* fogli di giornale o vecchi stracci da sistemare sotto la bici;
* un recipiente con benzina o gasolio;
* un pennello a setole dure.
Se non disponiamo dell'apposito attrezzo lavacatena, che consente un lavoro veloce e pulito, e non vogliamo sporcare troppo in giro possiamo tagliare una vecchia tanica in modo tale da abbracciare, per quanto possibile, la catena ed impedire così che gli schizzi, che inevitabilmente il pennello solleverà, finiscano tutt'intorno.
Tolta ogni traccia di sporco dalla catena e da tutti gli altri componenti, non ci resta che asciugare il tutto prima di passare alla fase della lubrificazione.
La lubrificazione è fondamentale per garantire alle parti in movimento il massimo della scorrevolezza e della durata. In commercio esistono prodotti specifici molto adatti allo scopo.
E' meglio evitare gli spray che, problemi di ozono a parte, sporcano di più e sono difficili da dosare.
Un metodo casalingo che permette una buona lubrificazione con modiche quantità di olio, consiste nel miscelare l'apposito lubrificante (olio teflonato o altro) con della benzina. La miscela ottenuta (indicativamente 3 parti di benzina per 2 parti d'olio) può agevolmente essere spalmata sulla catena facendo ricorso ad un pennellino non troppo duro. La buona fluidità del preparato garantisce un'ottima penetrazione e, non appena la benzina si sarà volatilizzata, non resterà che un leggerissimo velo d'olio a ricoprire le parti.
E' però forse più pratico procurarsi un buon prodotto, già confezionato in forma di oliatore, con il quale passare, goccia a goccia, tutte le maglie della catena. Con lo stesso andremo infine a lubrificare anche le parti in movimento sia del cambio che del deragliatore. Analogo intervento per le altre parti che originano attriti quali leve e archetti dei freni, l'interno delle guaine, i cuscinetti dei pedali.
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segnalare l'iniziativa di questo amico per la creazione di un bike park a Sesto
Bike park
Di solito ci occupiamo di masse e di invasioni festose di strade e viali ma ci sembra doveroso segnalare l'iniziativa di questo amico per la creazione di un bike park a Sesto.Nel sito trovate tutte le informazioni a riguardo e il link per firmare la petizione rivolta al comune di Sesto Fiorentino
https://sites.google.com/site/sestobikepark/
Firmate in tanti e spargete la voce!
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09/12/10
Napoli: repressione nei confronti di ciclisti della Critical Mass
Napoli: violenta repressione nei confronti di due ciclisti della Critical Mass. Il video
Immacolata repressione: Napoli 8 dicembre 2010. A margine delle celebrazioni religiose la polizia aggredisce gli studenti che protestano per il DDL Gelmini e i ciclisti di una critical mass...! Fermate e arrestate due persone colpevoli di "niente"!!
Immagini video di Dax Pakk
NAPOLI - Otto dicembre, giorno dell'Immacolata. A Piazza del Gesù per le celebrazioni cui prende parte, tra gli altri, il sindaco Iervolino alcun studenti universitari srotolano lo striscione "Obelisco Precario" che ironizza sullo stato del monumento e sulle aspettative di lavoro di molti giovani.
Il blitz pacifico e comunicativo riesce e gli studenti si allontano dalla piazza ma polizia e carabinieri li seguono e, quando incrociano altri giovani sulla Calata Trinità Maggiore che stavano partendo in bici nel centro storico di Napoli, per mettere in scena il "presepe morente" e mostrare il declino della città ad alcuni funzionari di polizia e carabinieri sembra troppo.
Dalle immagini si vede un insensato nervosismo da parte delle forze dell'ordine che produce un clima di tensione che nessuno dei vari manifestanti, tra i quali anche diversi precari del progetto BROS, voleva creare.
Vengono inspiegabilmente arrestati due ciclisti della Critical Mass, Alfonso, che di mestiere fa l'animatore e Ana, studentessa brasiliana.
Vengono anche danneggiate alcune biciclette, senza apparente motivo.
Parte una carica verso la gente che protestava. Successivamente parte un corteo che blocca le strade e raggiunge la Questura in via Medina, dove si unisce ad altri studenti che erano in piazza e ai movimenti dei disoccupati.
Sembra che la ragazza, Ana, sia stata sbattuta a terra con violenza e poi sia stata poi trasferita nel carcere femminile di Pozzuoli mentre Alfonso in quello di Poggioreale.
Questa mattina processo per direttissima, con studenti, precari e disoccupati che manifesteranno solidarietà ai ragazzi arrestati.
Dopo i fatti del teatro S.Carlo, a Napoli continua a tirare una brutta aria, e non è solo una questione di immondizia.
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07/12/10
Italia, strage di ciclisti 1000 morti in tre anni
Italia, strage di ciclisti
1000 morti in tre anni
Le associazioni di categoria lo dicono da tempo, ma il loro grido rimane inascoltato: per i ciclisti ormai è strage. Gli ultimi dati, elaborati come sempre dall’Asaps – associazione amici polizia stradale – parlano chiaro e dimostrano che da noi, in pratica, muoiono ogni sei mesi un numero di ciclisti pari a quelli che fanno il Giro d’Italia.
Anche qui c’è il solito problema dei numeri Istat perché l’anno di riferimento è solo il 2005, ma è l’ultimo disponibile: così si scopre che in 12 mesi sono morti 317 ciclisti, con un incremento del 5,7%, in totale controtendenza rispetto al calo generale della mortalità sulle strade che nel 2005 che è stato del 4,7%.
E non è tutto: in appena 3 anni, secondo un’inchiesta pubblicata sulla rivista il Centauro sono quasi 1.000 i ciclisti che hanno perso la vita sull’asfalto, con 12.476 feriti, (35.491 in tre anni), ossia il 6% in più rispetto agli 11.766 del 2004. Il dato generale fa segnalare invece un calo del 2,7%…
Scrivo da pedone, ciclista, motociclista e sempre meno automobilista.
1) Chiunque circola, indipendemente dal mezzo che usa, si sarà reso conto che le strade sono praticamente uguali a 20 anni fa; la differenza la fanno il gran numero di automobili, troppe in rapporto al numero di strade, ormai a quasi qualsiasi orario, e sempre più ingombranti. Chi di voi si ricorda le dimensioni dei veicoli negli anni 70 sa di cosa parlo. Il sorpasso è di conseguenza sempre più pericoloso, è veramente meglio evitarlo se non ci sono le condizioni in sicurezza. Gli automobilisti purtroppo o se ne fregano o non se ne rendono conto: sorpassi in prossimità di incroci e strisce pedonali, sorpassi che costringono chi marcia in senso opposto a frenate improvvise e quant’altro di peggio si possa immaginare.
2)Da motociclista mi rendo conto che quando vengo sorpassato – e capita per esempio anche quando vado a 70 dove c’è il limite di 50 – pochi tengono conto delle dimensioni del mezzo: è vero che una moto è stretta (idem per le bici) ma non si può passare a 20 cm di distanza.
3)E’ anche vero che tanti ciclisti sono un po’ incuranti di alcune norme del codice stradale e di buona educazione: vedi i gruppi di 2 o 3 ciclisti affinacati su strade a due corsie e doppio senso di marcia…vedi attraversamenti col rosso in città e altro.
Purtroppo la polizia municipale e non su strada è pochina, le multe per queste infrazioni sono difficili da fare e comunque le multe sono “solo” una sanzione pecuniaria e difficilmente lasciano il segno su chi le subisce. Anzi spesso quello che fa girare le scatole – e non sempre a torto – è il “perchè io? Lo fanno tutti!”
Ci vorranno sforzi di buona educazione e uso della testa da parte di tutti gli utenti della strada per far migliorare le cose!
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02/12/10
Riusciranno il rock e la bicicletta a salvare il mondo?
Luogo | CASACOOP: www.casacoop.net/live |
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Maggiori informazioni |
ANDREA SATTA INCONTRA ROMANO PRODI
La democrazia e la manutenzione della bicicletta Giovedi 2 dicembre alle ore 17,00 Diretta web dal Teatro Puccini di Firenze. ... Riusciranno il rock e la bicicletta a salvare il mondo? Estremizzando un po', questa potrebbe essere la domanda a cui dovranno rispondere ROMANO PRODI ed ANDREA SATTA, convocati da Sergio Staino sul palco del teatro Puccini di Firenze. Il Presidente Romano Prodi non ha bisogno di presentazioni: autosospesosi dalla politica attiva (quella italiana ovviamente) è attualmente un infaticabile navigatore, non virtuale su internet , ma in concreto, sulle strade e nelle città dei vari continenti, per capire le trasformazioni che ha subito il mondo, le catastrofi verso cui sta andando e i rimedi che qua e la si cercano di mettere in piedi. Andrea Satta è il leader dei “Tetes de Bois”, gruppo rock di ispirazione fortemente anarchica ( il nome del gruppo rimanda esplicitamente alla poetica di Leo Ferré, loro ideale punto di riferimento). Cosa è che può unire allora un convinto militante anarchico ad un cocciuto militante riformista? La voglia di giustizia sociale, si, la vocazione solidale , si, la perenne volontà di ragionare con la propria testa , si, l'amore per la poesia , anche.. ma soprattutto, non ridete, la bicicletta . La bicicletta come passione giovanile, come sfida di alture e di distanze , come compagna di conoscenze, di persone e di paesaggi. Ma sopratutto la bicicletta come simbolo concreto di un modo diverso di scansionare i tempi della nostra vita e i modi di utilizzazioni delle risorse di questo pianeta che ognuno di noi ha ottenuto in prestito per qualche decennio. Non dimenticando però la agonismo e la passione sportiva , ovviamente. Per questo l'incontro si aprirà con la proiezione del video clip dei Tetes de Bois dedicato ad Alfonsina Strada e vedrà anche la presenza del mitico C.T. Della Nazionale, Alfredo Martini. |
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13/11/10
Enrichetto , Gira in bicicletta, estate e inverno
Italia- Il Caso: “Enrichetto” ha 55 anni e un cuore di bambino, lo hanno mandato in carcere ingiustamente. Ora rifiuta di mangiare..
Enrichetto ha 55 anni e un cuore di bambino. Gira in bicicletta, estate e inverno, nascosto sotto un cappello con la coda che i bambini veri si divertono a tirare. Un giorno in cui pedala troppo a zig-zag viene fermato per guida in stato di ebbrezza. Due mesi agli arresti domiciliari, come uno della "cricca" dei ladri. Enrichetto. A lui sta persino bene, basta non gli tolgano il suo cane e il suo cappello. Una mattina si alza con la voglia di un salame. Ricorda di averlo visto nella vetrina del macellaio, prima del suo arresto, chissà se c’è ancora. Esce per andare a controllare. Una vicina che si è autoassegnata l’ incarico di fare la guardia lo intercetta attraverso lo spioncino e avverte i carabinieri. Allarme, il prigioniero è evaso! Enrichetto torna a casa col salame, tutto contento, ma sulla porta trova le guardie. Adesso giace nell’infermeria del carcere astigiano di Quarto. Rifiuta il cibo, come chi si sta lasciando morire. La sua non è una protesta. E’ che gli è venuta la malinconia. Sa che a settembre lo condanneranno per evasione e a lui non sembra giusto, ecco. Tutto perché una volta è salito in bici un po’ brillo e un’altra volta è uscito di casa per comprare un salame. Per favore, Enrichetto, ricomincia a mangiare. Ti prometto che un giorno instaureremo la repubblica del buonsenso, dove le leggi non saranno più il trastullo dei potenti e la trappola dei semplici. E se nel frattempo qualche magistrato chiudesse un occhio sui tuoi efferati delitti, a casa ci sono un cane, un cappello e un salame che ti aspettano per festeggiare.
(di Massimo Gramellini)
Non è possibile ignorare il fatto che le carceri italiane siano piene di persone come ‘Enrichetto’. E che invece uomini potenti e importanti, che hanno commesso reati gravi, riescano sempre a scamparla. Una palese ingiustizia di uno Stato che non sempre riesce ad essere equo e giusto. Lo Stato italiano da troppo tempo è forte con i deboli e debole con i forti. I reati dei grandi poteri finanziari raramente vengono puniti. Anzi mai. Finanzieri, politici e colletti bianchi la fanno franca, anche se hanno gettato sul lastrico migliaia di famiglie o hanno disonorato il loro Paese. Mentre Bernard Madoff negli Stati Uniti è stato condannato a 150 anni di carcere, Calisto Tanzi, in Italia, fa una vita normale e si gode le sue ricchezze. Alla faccia delle famiglie che hanno perso tutto per le spericolate operazioni che hanno portato al crack Parmalat. La depenalizzazione del reato di falso in bilancio è un’anomalia italiana che ha, di fatto, aperto la strada all’impunità per i reati dei colletti bianchi. I tempi lunghissimi della nostra giustizia, poi, fanno il resto. E mentre un poveraccio come Enrichetto rischia la morte in carcere per un salamino, gente come Balducci, il detenuto Balducci, capo della presunta cricca, se la spassa agli arresti domiciliari nella sua villa con piscina a Montepulciano. Questa è l’Italia di Berlusconi. Questa è l’Italia che si deve cambiare. La qualità, la forza l’autorevolezza di una democrazia si dimostrano anche dalla capacità di essere più severi con chi, da ruoli di potere, è chiamato a maggiori responsabilità. Un paese davvero democratico deve avere il coraggio di sbattere in galera i delinquenti della "cricca" e magari di gettare via la chiave, ma è un atto di vigliaccheria tenere in carcere gente come Enrichetto. O anche come le migliaia di tossicodipendenti (non gli spacciatori naturalmente) di cui sono pieni gli istituti penitenziari. Uno Stato giusto queste persone le manderebbe a curarsi, non le chiuderebbe dietro le sbarre.
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09/11/10
Green clubbing: il divertimento che genera elettricità
Green clubbing:
il divertimento
che genera elettricità
Si moltiplicano le discoteche con dispositivi in grado di catturare l'energia prodotta dal ballo dei clienti. Ecco come saltando e dimenandosi si può dare una mano all'ambiente.
L'ultima tendenza, che sta rapidamente dilagando tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Nord Europa, si concentra sull'attività di organizzare eventi, soprattutto nelle discoteche, prestando speciale attenzione al risparmio energetico e all'abbattimento delle emissioni inquinanti, senza rinunciare, beninteso, a edonismo, voglia di apparire e divertimento puro. La lista di chi reclama il primato dell'idea si allunga, ma i veri precursori del movimento risiedono a Rotterdam, nei Paesi Bassi: un gruppo di creativi, fondatori dell'organizzazione non governativa Enviu, aveva già progettato nel nel 2006 un sistema per convertire l'energia cinetica in energia elettrica.
L'operazione è resa possibile dalla tecnologia sviluppata all'interno del progetto VIBES (Vibration Energy Scavenging) finanziato dall'UE nel 2007: un micro-generatore, chiamato Mk2, è in grado di produrre energia tramite le vibrazioni dell'ambiente circostante, creando illuminazione e particolari effetti di luce. Il dispositivo, affiancato ad altri accorgimenti ecocompatibili, può permettere di abbattere del 50 per cento il consumo di elettricità.
L'effetto domino positivo è stato quasi immediato: il signor Smit, proprietario di un club, l'Off Corso, affascinato dall'idea ha immediatamente aderito al progetto mettendo a disposizione il suo locale, la cui pista è ora in grado di recuperare il flusso d'energia prodotta dal ballo dei suoi clienti. Accolta con straordinario entusiasmo, l'iniziativa 'verde' ha già coinvolto gli oltre mille 200 giovani che frequentano la sua discoteca. Un successo così strepitoso da spingere l'imprenditore pioniere a creare anche la Sustainable dance club (Sdc), società che promuove eventi a basso impatto ambientale, ma ad alto tasso di divertimento. Inutile dire che la febbre del 'ballo sostenibile' ha già sconfinato, contagiando Shangai, Berlino, Londra e New York.
Non è un caso, dunque, se la rinomata zona di Manhattan ha già visto il debutto, nel quartiere di Soho, del 'Greenhouse', locale notturno interamente 'verde', con 557 mq di materiale riciclato ed ecosostenibile: bar con banconi in vetro recuperato, bagni corredati di cosmetici naturali, arredi di legnami certificati, pavimenti e pareti in bambù, illuminazione a basso consumo. Ambizioso obiettivo del proprietario, quello di ottenere la severa certificazione ambientale statunitense, la Leadership in energy and environmental design (Leed).
Sulla stessa scia si è incamminata l'organizzazione londinese Club4Climate, presieduta da un fantomatico Doctor Earth, che dal suo sito cattura giovani, sfidandoli a divertirsi prestando un occhio all'ambiente. La sua ultima creazione è il Surya, locale aperto nella zona di King’s Cross che, avvalendosi per la sua pista di una miniturbina eolica e un impianto ad energia solare, sarà in grado di rendersi completamente autonomo a livello energetico in pochi mesi. Naturalmente, con la energica collaborazione dei suoi clienti…
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Reggio Emilia anche la movida è eco-friendly e va in bicicletta
Green clubbing: a Reggio Emilia anche la movida è eco-friendly e va in bicicletta
Ecocompatibilità e movida notturna vanno sempre più a braccetto. E così, come abbiamo visto, sono tanti i locali che strizzano l'occhio al green introducendo la raccolta differenziata, piste da ballo che producono energia, pannelli solari o stoviglie compostabili. E da domani anche la bicicletta.
Almeno a Reggio Emilia. Si tratta di Ecobike la speciale iniziativa che verrà presentata domani durante la Festa delle Ecotecnologie, a metà strada tra spettacolo di intrattenimento e incontro di formazione che rappresenta la prima di una serie di iniziative per il primo progetto pilota di Green clubbing. Durante l’evento, che inizierà alle 20.30, verranno illustrate delle speciali biciclette che – con la pedalata – attivano un filmato su un viaggio virtuale nel mondo della sostenibilità ambientale, per far scoprire al pubblico partecipante gli aspetti meno ovvi del vivere green.
La presentazione si svolgerà contemporaneamente in due luoghi – grazie ad un video collegamento: il Fuori Orario, un circolo Arci che si trova a Gattatico, un locale a metà strada tra Reggio Emilia e Parma, dove condurrà Roberto Freak Antoni degli Skiantos, e la Libera Università di Alcatraz, dove presiederanno Jacopo e Dario Fo, con Franca Rame.
Con l’occasione verranno presentate alcune delle migliori invenzioni all’insegna dell’eco-compatibilità, tra le quali ce ne sono molte reali, ma anche tante assurde. Un esempio? Il nuovo mulino a vento “a fungo”, che esiste veramente, e l’improbabile raccoglitore di scoregge che accumulando i gas accende le sigarette.
Con l’occasione verrà presentata ufficialmente anche la scultura Tinguelata, in omaggio all’artista francese Jean Tinguely, un’imponente struttura composta da tante biciclette ed enormi ingranaggi, ma anche cinghie e suoni. E’ una sorta di scultura interattiva, dove il passante-visitatore sale e - attraverso il movimento dei pedali - mette in moto i pezzi che prendono vita attraverso luci e suoni: un’occasione per far riflettere sull’energia prodotta dalle gambe e sulle possibili alternative per una mobilità sostenibile.
L’evento al Fuori Orario si pone anche l’obiettivo di sensibilizzare i giovani attraverso forme di divertimento eco-compatibili, che prevede un’impronta green anche per i locali notturni; un progetto che prende il nome di “green clubbing” e che trova la sua prima applicazione proprio al Fuori Orario, grazie al Centro Antartide.
Il locale infatti ha avviato l’iter per installare un grande impianto fotovoltaico, la griglia per cuocere la carne riscalda contemporaneamente l’acqua utilizzata nel locale, che tra l’altro proviene unicamente dall’acquedotto comunale; e i piatti serviti nel locale sono realizzati con materie prime provenienti dai contadini della zona e la maggior parte delle pietanze sono vegetariane.
Verdiana Amorosi
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08/11/10
MILANO , Piste ciclabili invase da auto e moto
VERA PISTA CICLABILE
MILANO ,
Piste ciclabili invase
da auto
e moto.
Veicoli in sosta vietata e scooter nelle corsie riservate.
Ciclobby: malcostume inaccettabile
Divieti non rispettati da via Carducci a viale Cassala. E parte il bike sharing in periferia
Le nuove piste ciclabili invase da auto
e moto. Croci: più controlli e sanzioni
e moto. Croci: più controlli e sanzioni
Veicoli in sosta vietata e scooter nelle corsie riservate. Ciclobby: malcostume inaccettabile
Auto e moto ostruiscono le nuove piste ciclabili, da via Carducci a Molino delle armi (Fotogramma) |
MILANO - Le biciclette sono disegnate sull'asfalto. Ignorate, calpestate. La nuova corsia ciclabile è una pista veloce per gli scooter, un parcheggio rubato da auto e furgoni. Mezzo chilometro di linee gialle e bottoni d'alluminio dovrebbero delimitare la striscia riservata alle bici da Cadorna al 36 di via Carducci, all'incrocio con via San Vittore. È il primo tratto della ciclabile interna, sulla Cerchia dei Navigli, inaugurato a fine ottobre: «È uno scherzo, vero?», protestano i cittadini sulle strade e sui blog. Questa corsia, denunciano i ciclisti, è «più pericolosa del traffico». Una beffa: «Peggio, è una truffa».
Inizia, si perde, è spezzata da tre fermate dei bus (la linea 94), salta gli incroci, scompare davanti a un portone. E, soprattutto, «è percorsa ad alta velocità dalle moto e perennemente occupata da veicoli in sosta vietata». Succede in via Carducci, ma è lo stesso sul ponte delle Milizie, in viale Cassala, in via Francesco Sforza: le infrazioni si somigliano ovunque il Comune ha tracciato una corsia con la sola segnaletica a terra, confidando nel senso civico di automobilisti e motociclisti. Un errore? «Servono vigili urbani e multe salate», attacca l'ex assessore alla Mobilità, Edoardo Croci: «Le piste per le bici vanno realizzate, messe in rete, rese visibili e protette. Per troppi anni Palazzo Marino ha tollerato la sosta abusiva. Bisogna essere rigorosi e severi. Del resto, è così in tutto il mondo». A Milano, ribatte il vicesindaco Riccardo De Corato, «i vigili devono stare fuori dalle scuole, agli incroci» e, insomma, hanno anche altro da fare: «Non possono stare fissi sulle piste ciclabili...».
Le ciclabili «invase» |
Il Comune ha realizzato 30 chilometri di percorsi riservati alle bici, negli ultimi tre anni. Nel 2011, secondo il Piano della mobilità ciclistica, i chilometri dovrebbero salire a 130. La corsia di via Carducci rientra in un appalto da 6,5 milioni di euro: i lavori sono stati eseguiti dalla ditta Suardi, che ha firmato un contratto da 2,567 milioni e tirato le strisce gialle sul lato pari della strada. Che ha: due bar, una tabaccheria, un parrucchiere, una libreria, l'ufficio brevetti, una banca, centinaia di persone che entrano ed escono da negozi e palazzi, e lasciano l'auto con le quattro frecce accese, in divieto. Lì dove dovrebbero pedalare i ciclisti, in sicurezza. Non sfrecciare pure le moto.
«Non possiamo rassegnarci al malcostume», sostiene Eugenio Galli, il presidente di Ciclobby: «Le corsie vanno fatte in fretta, e fatte rispettare. Il problema è il tasso di motorizzazione di Milano: 63 vetture private ogni cento abitanti. Troppe. Il Comune decida se vuole difendere la mobilità sostenibile». Il bike sharing è uno degli strumenti. Mercoledì sarà inaugurata la prima stazione delle bici pubbliche fuori dai Bastioni, in piazzale Lodi: è il via ufficiale alla «seconda fase» del servizio, la diffusione in periferia, da via Melchiorre Gioia alla Stazione Centrale, alla Bicocca. Il programma del Comune, finanziato con 5 milioni di euro (di cui quasi tre milioni già stanziati), prevede la realizzazione di cento nuove rastrelliere, per un totale di 2.250 biciclette.
Armando Stella
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16/10/10
Da domani giubottino rifrangente obbligatorio per tutti i ciclisti
Da domani per chi andrà in bici di sera scatterà l'obbligo del giubbino catarifrangente. Entra infatti in vigore il nuovo Codice della strada (legge 120/10) che prevede per tutti i ciclisti l'utilizzo – da mezz'ora dopo il tramonto a mezz'ora prima dell'alba - del gilet catarifrangente esattamente come per chi scende dall'auto in sosta di emergenza.
L'obbligo scatta sia nelle strade extraurbane che nelle gallerie e, dunque, in quest'ultimo caso anche in città. Per chi non si adeguerà alla nuova legge scattano sanzioni da 23 a 38 euro per le bici che prevedono il trasporto di più persone, come ad esempio i tandem o i risciò.
Una legge questa, fatta per tutelare i ciclisti che, secondo una stima, rischiano di morire in un incidente sette volte di più rispetto a chi viaggia in auto. Stando, infatti, ad uno studio di una nota multinazionale specializzata in materiali rifrangenti, utilizzando il giubbino si ha la possibilità di essere avvistati già a 200-250 metri di distanza contro gli 80 scarsi del fanalino della bici, il migliore dei quali riesce ad emettere una luminosità di 50 lux per metro quadro invece dei 330 emessi dalla fascia di un gilet catarifrangente.
La miglior cosa sarebbe dunque indossarlo sempre anche in città, come pure il casco che non è più obbligatorio neanche per i minori di 14 anni, ma resta consigliabile per proteggere la testa, almeno negli impatti fino a 25 km orari (velocità da cicloturisti).
A consigliarlo vivamente anche le associazioni degli amici della bicicletta che però rimangono d'accordo nel non imporlo per legge in quanto “ mancando completamente una politica della mobilità ciclistica, non è giusto insistere a scaricare sull'utenza i costi delle carenze strutturali del paese al solo scopo di salvare le apparenze”. Questa la posizione ad esempio di Eugenio Galli, responsabile della Fiab che come riporta il Sole24Ore “i paesi in cui il casco è obbligatorio sono una decina, tutti fuori dell'area centrale europea (con la sola eccezione della Spagna) e in tutti il provvedimento non ha prodotto gli effetti sperati”. Il fatto è che in Italia mancano le piste ciclabili e sarebbero necessari altri rimedi come ad esempio un'educazione stradale nelle scuole. Anche perché il timore è che l'uso obbligatorio del casco scoraggi l'utilizzo della bici e affossi esperimenti di mobilità sostenibile come il bike sharing.
Obbligatori o meno, come scegliere i nuovi accessori per la sicurezza in bici? La prima cosa da tenere in considerazione sia per il giubotto catarifrangente che per il caso è che abbiano il marchio “CE” e dunque siano conformi alla norma tecnica EN 471.
Per il giubottino si consiglia di controllare sull'etichetta il numero di volte in cui è possibile lavarlo senza intaccare la “rifrangenza” visto soprattutto l'utilizzo molto più frequente che i ciclisti ne faranno rispetto a quello saltuario degli automobilisti. In alternativa è possibile e previsto dalla legge usare anche le bretelle riflettenti, che però sono meno visibili. Il costo di questi giacchetti varia da due a 15 euro
Per il casco una volta accertata la sigla EN 1078 sull'etichetta del cinturino, optare per modelli in cui la protezione interna è incollata alla scocca risultati più affidabili rispetto a quelli ancorati con biadesivo. Anche l'aerazione deve essere adeguata e con abbastanza zone vuote sulla calotta.Inoltre occorre cambiare il casco sia in caso di caduta (anche se apparentemente non danneggiato sia, per i bambini, al crescere dell'età). Per un buon casco mettete in conto una spesa di circa 30 euro.
Simona Falasca
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09/10/10
BICYCLE FILM FESTIVAL
15 - 17 Ottobre 2010
Triennale di Milano - Teatro dell'Arte viale Alemagna 6 Biglietto singolo programma: € 6 Pass (valido per proiezioni e Urban Velodrome Party): € 30 Chi ha il pass ha precedenza d’ingresso. Prenota online il tuo pass: lapisa[at]bicyclefilmfestival.com Se vuoi darci una mano durante il festival o vuoi offrire il tuo divano a ciclisti forestieri/ If you planning to come to Milano and need a couch let us knowlapisa[at]bicyclefilmfestival.com Per iscriverti alla mailing list del BFF spedisci una mail qui: lapisa[at]bicyclefilmfestival.com Da qui all'inizio del Festival appuntamento fisso BFF ogni mercoledì dalle 22 all'Atomic Bar, via Felice Casati 24 |
Thursday
Sep022010
Venerdì 15 Ottobre
19.3021.30 24.00 | Triennale di Milano Teatro dell'Arte - viale Alemagna, 6 PROGRAMMA 1/THE BIRTH OF BIG AIRPROGRAMMA 2/BIKE SHORTS N.1 RED HOOK CRITERIUM MILANO Visualizza tutti i film di oggi |
Friday
Sep032010
Sabato 16 Ottobre
17.30
19.30
21.30 | Triennale di MilanoTeatro dell'Arte - viale Alemagna, 6 PROGRAMMA 3/ THE CYCLOCROSS MEETINGPROGRAMMA 4/ URBAN BIKE SHORTSPROGRAMMA 5/ BIKE SHORTS ALLEYCAT URBAN VELODROME PARTY Visualizza tutti i film di oggi |
Saturday
Sep042010
Domenica 17 Ottobre
17.3019.3021.30 | Triennale di Milano Teatro dell'Arte - viale Alemagna, 6 PROGRAMMA 6/ THE BIRTH OF BIG AIRPROGRAMMA 7/ EMPIREPROGRAMMA 8/ LA BARAONDA STREET PARTY BIKE POLO BMX JAM Visualizza tutti i film di oggi |
Saturday
Sep182010
RED HOOK CRITERIUM MILANO
15 Ottobre | October 15Registrazione: Triennale di Milano - Teatro dell'arteviale Alemagna 6 | Dalle 20:30 alle 23:15
Registration: Triennale di Milano - Teatro dell'arteviale Alemagna 6 | 20:30-23:15
Race Start: 24:00
Premiazione/After party:
Atomic Bar (Via Felice Casati, 24)
Podium Presentation/After Party:
Atomic Bar (Via Felice Casati, 24)
Iscrizione: €15
Entry Fee: €15
È obbligatoria la bici a scatto fisso
(solo brakeless), Casco obbligatorio
Fixed Gear Brakeless mandatory
Helmet required
La gara si terrà anche in caso di pioggia.
The race is held rain or shine.
Tuesday
Sep212010
URBAN VELODROME PARTY
Spazio Antologico via Mecenate 84/10 Dalle 23:00 Ingresso 10 euro. NINJASONIK Italia, per dissestare i canoni del rap attraverso i pantaloni stretti. Il loro nome rivela molto della loro attitudine fra punk-pop ed hip hop irriverente, grazie alla quale hanno collaborato con nomi quali Death Set, Spank Rock e Matt & Kim. SCUOLA FURANO Fra l’Old School e l’House, dopo aver firmato la musica del trailer 2010 del BFF, la furia dell’est torna a Milano per farci fischiettare. |
Thursday
Sep232010
Staff BFF Italia
Direttore e fondatore: Brendt Barbur
Art Director e Producer: Marco Mucig
Blablabla Manager: LaPisa
Street Manager: Zelda Andreoli
Media Manager: Gian Efil Albertin
Traduzioni: Nicola Ferloni
Consulente: Davide Giannella
Grazie a: Giovanni Pesce, Matteo Poli, NACI
Tutta la logistica leggera del BFF è affidata agli Urban Bike Mes
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