32 anni di Carcere se fosse Condannato per tutte le Accuse
Matteo Salvini è al centro della scena politica e spesso anche di quella giudiziaria. Molte le accuse a
suo carico, archiviate e non. In questo articolo abbiamo raccolto i reati di maggior impatto mediatico e le vicende giudiziarie più significative attribuite al leader della Lega.
“Matteo Salvini denunciato per”, “Matteo Salvini accusato di”, “Matteo Salvini indagato per...”: frasi
come queste sono all’ordine del giorno, e ormai è diventato difficile ricordare tutti i reati che sono stati attribuiti al leader della Lega.
Il Sito ha raccolto le notizie di reato attribuite a Salvini che hanno avuto maggiore rilevanza politica e mediatica, naturalmente senza la pretesa di esprimere un giudizio sulla sua colpevolezza, cosa che
spetta unicamente alla magistratura.
Si va dal sequestro di persona, all’abuso d’ufficio fino al vilipendio dell’ordine giudiziario, senza
tralasciare le accuse di razzismo e di diffamazione.
Ipotizzando che fosse ritenuto colpevole per tutte le accuse riportate e che ricevesse la pena massima
prevista dal Codice penale, con una banale addizione - che di certo non può essere equiparata alle
sottigliezze della magistratura - abbiamo calcolato che Salvini
dovrebbe passare ben 32 anni in carcere.
Reati contestati Pena edittale
Sequestro di persona (ex art. 605 Codice penale) reclusione da 3 a 12 anni
Violazione della privacy (ex art. 167 Codice della privacy) reclusione da 6 mesi a un anno e 6 mesi
Molestia o disturbo alle persone (ex art. 660 Codice penale) arresto fino a 6 mesi, ammenda fino 516 euro
Diffamazione (ex art. 595 Codice penale) reclusione fino a un anno e 6 mesi, multa fino 1.032
euro
Diffamazione aggravata (ex art. 595, comma 2, Codice penale) reclusione fino a 2 anni, multa
fino a 2.065 euro
Abuso d’ufficio (ex art. 323 Codice penale) reclusione da 1 a 4 anni
Vilipendio ordine giudiziario (ex art. 290 Codice penale) multa da 1.000 a 5.000 euro
Tutti i reati di Matteo Salvini: sequestro di persona
Partiamo dal reato più grave, ovvero il sequestro di persona. Salvini è stato accusato di sequestro di
persona in relazione a quanto accaduto sulla nave Diciotti e sulla nave Gregoretti. I fatti contestati all’ex Ministro dell’Interno sono molto simili tra loro: in entrambi i casi Salvini ha impedito ai migranti scendere dalle imbarcazioni e approdare a Lampedusa, nonostante le precarie condizioni igienico sanitarie a bordo e la presenza di donne e minori.
Per quanto riguarda la nave Diciotti, la Giunta per le immunità aveva negato l’autorizzazione a
procedere nei confronti dell’allora vicepremier, che quindi non ha subito alcun processo; mentre sembra che Salvini dovrà affrontare la magistratura sul caso Gregoretti; anzi il leader della Lega si è dichiarato pronto ad andare a processo e ha invitato i suoi
a votare a favore dell’autorizzazione a procedere.
I rischi di una condanna per sequestro di persona sono elevatissimi. L’articolo 605 del Codice penale
prevede la reclusione da sei mesi a otto anni, pena che è aumentata fino a dodici anni se il fatto è
commesso nei confronti di minori.
L’episodio del citofono
Ultimo, ma solo in ordine di tempo, l’episodio del citofono - il cui video è ormai virale - che vede Salvini nelle vesti di “investigatore privato porta a porta”. Qui Salvini con una sola mossa avrebbe commesso diversi reati previsti dal Codice penale.
Citofonare ad uno sconosciuto e chiedere in diretta Facebook se costui è uno spacciatore, dietro
indicazione di una signora del quartiere, è una condotta con molteplici profili di illegittimità.
Proviamo a fare un elenco:
violazione della privacy, per il quale l’articolo 167 del Codice della privacy prevede la reclusione da sei mesi a un anno e sei mesi;
molestia o disturbo alle persone, articolo 660 del Codice penale, punito con l’arresto fino a sei mesi e
l’ammenda fino a 516 euro;
diffamazione ex articolo 595 del Codice penale, con reclusione fino a un anno e multa fino a 1032 euro, sanzioni che passano alla reclusione fino a due anni e alla multa fino 2065 euro nel caso di
diffamazione aggravata (quando avviene a mezzo stampa
e quando alla vittima è attribuito un fatto determinato).
Salvini e la condanna per razzismo
Altro episodio che avuto grande rilievo è la condanna per razzismo nei confronti dei napoletani emersa agli inizi del nuovo anno. I fatti si riferiscono a quando la Lega non aveva ancora il consenso nazionale di oggi e fondava gran parte della sua propaganda sull’odio nei confronti dei “terroni”, nemici del buon funzionamento del Nord, portatori di delinquenza e malattie e quindi meritevoli - sempre secondo la Lega - di catastrofi naturali come eruzioni e terremoti.
Fino a dieci anni fa, per Salvini i napoletani erano un popolo di “colerosi e terremotati”; per questo nel 2009 il tribunale di Bergamo lo aveva condannato per violazione della Legge Mancino (n. 205/1993) e incitazione alla violenza e alla discriminazione.
La multa da 5.700 euro gli avrà fatto cambiare idea? Questo non ci è dato saperlo, ma senza dubbio la necessità di conquistare voti al Sud sì.
I reati contro la magistratura
La lista dei reati non è ancora finita. Su Salvini grava anche l’accusa di “vilipendio dell’ordine
giudiziario” per le frasi contro la magistratura pronunciate
nel 2016 durante un comizio del Carroccio.
In questa occasione Matteo Salvini ha definito la magistratura italiana una “schifezza” e un “cancro da estirpare”. Nel nostro ordinamento il vilipendio dell’ordine giudiziario è previsto dall’articolo 290 del Codice penale ed è punito con la multa da 1.000 a 5.000 euro.
Abuso d’ufficio: i voli di Stato
È ancora aperta la questione dei voli di Stato effettuati da Salvini nel corso del mandato. L’ex Ministro risulta indagato per 35 voli riservati che sarebbero stati utilizzati per fini personali e non istituzionali. La Corte dei Conti però ha escluso il danno erariale.
Per abuso d’ufficio (ex articolo 323) il Codice penale prevede la reclusione da uno a quattro anni.
Le querele per diffamazione
All’elenco non mancano le querele per diffamazione che Matteo Salvini ha raccolto negli anni. A titolo esemplificativo, riportiamo quelle che hanno avuto maggiore rilevanza simbolica e mediatica.
Senza dubbio non può non essere citata la querela presentata da Carola Rackete, la capitana della
Sea Watch 3 che la scorsa estate aveva violato il Decreto Sicurezza.
Grande clamore ebbe anche la querela di Ilaria Cucchi che ha accusato Salvini di diffamazione dopo
che aveva commentato la fine del processo Cucchi con la frase “questo testimonia che la droga fa
male”. Ma, come ha dimostrato la sentenza, non è stata la droga ad uccidere Stefano Cucchi, ma la
violenza e l’omertà di alcuni agenti della Polizia di Stato.
A queste due querela sembra che presto si aggiungerà anche quella della famiglia tunisina a cui Salvini ha citofonato a casa diffondendo in rete la notizia che si tratta di spacciatori, cosa che non è stata ancora confermata dalla Procura.
Degna di nota anche la minaccia di Conte di querelare l’ex Ministro dell’Interno per averlo accusato su Facebook di “alto tradimento” dopo la firma del Fondo salva Stati europeo.
Ma alla fine il Premier aveva desistito.
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